domenica 5 aprile 2009

UN VIAGGIO IN SARDEGNA

© Dario Coletti

(...) Io ho visto molti traghetti. Ne ho sentito l’odore di nafta, ho toccato i suoi legni viscidi di salsedine. Ho attraversato molte volte quella passerella dal Tutto al Nulla basculante. Per poi rientrare in altro Tutto, che è il Mondo questa volta. Ho dovuto capire presto che attraversare quella passerella era il modo per abitare l’altrove. Io so che c’erano giorni terribili, quando su quel traghetto si saliva per conoscere gli ospedali, per trovare un lavoro, per sostenere un concorso. C’erano anche albe bellissime del tutto rovinate dall’angoscia della partenza che era strada da percorrere e mare da navigare. Io ho visto quei giorni lì, quando anche la gioia per l’avventura si trasformava nella stretta per la navigazione, quando l’entusiasmo per quanto ci aspettava oltremare era appannato da un senso inenarrabile di solitudine. Io ci sono salito spesso su quelle passerelle per passare da me a me. Con terrore entusiastico e con la stretta alla gola che ti afferrava non appena il traghetto cominciava a vibrare, che da lì in poi si andava e non era possibile tornare indietro. Quando si parte non si torna più, quando si nasce non si può più andar via. Prigione marina e mare autostrada. Del resto non è proprio il mare che rende un’isola un corpo a sé? (...)




tratto dalla presentazione del catalogo Ispantos, Soter editrice

Nessun commento:

Posta un commento