lunedì 4 agosto 2008

Paese d'ombre 3



La Sardegna a Berlino


Massimo Mastrorillo



È un viaggio che non ha meta, viaggio che è il suo stesso scopo, incessante ricerca di conoscenza, volontà interiore che ci depone mollemente nell’oscurità delle immagini di Massimo Mastrorillo.
All’evidenza della luce segue lo sfumato del buio e tutto diventa opinabile nel racconto di una terra che raccoglie e conserva memorie che l’uomo non può preservare dall’oblio del tempo. Queste energie, sospese tra rocce millenarie e querce secolari, propone Mastrorillo attraverso foto ritmate che narrano una terra dai suoni bassi, rotondi. Sono suoni di ventre, dal retrogusto amaro e denso come miele di corbezzolo. Nelle sue immagini l’alternarsi di paesaggio e ritratto si fa danza, salto, brincu: aperto, paesaggio, volto, chiuso, chiaro, radura, scuro, maschera; si procede come in un peu cosso antichissimo che, nella sua ciclicità, rivela il mistero della vita. Le foto di Mastrorillo raccontano un codice di corteggiamento invisibile (...).
Sonia Borsato
Da Paese d'ombre, testo del catalogo La Sardegna, vista da dentro, vista da fuori
Foto: Massimo Mastrorillo

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