venerdì 7 marzo 2008



POPULAR GEOGRAPHIC


Guardando le fotografie di Simone Sbaraglia ho avuto come una scarica di memoria dal passato. Una specie di ripescaggio di sensazioni dimenticate. (...) Le foto "popular geographic" di Simone mi hanno richiamato alla mente gli elementi primogeniti della fotografia. Rimando epocale al fascino discreto che la riproduzione "fedele" della realtà fu resa possibile grazie all'invention fatal. Meraviglia e stupore perso però nel corso del tempo. Tant'è che travolti ormai da una quantità spropositata di immagini prodotte nella società contemporanea viene da dire: basta, non se ne può più.

Al contrario, le fotografie di Sbaraglia, ostentatametne accattivanti, sollecitano chi guarda a raccogliere la sfida di riappropriarsi del tempo, del proprio tempo e, giocando sullo scarto della realtà proposta, lo spingono a prendere coscienza del mondo ancora visibile e vivibile.

Ma per quanto ancora?


Salvatore Ligios


Dal catalogo Popular geographic - Hokkaido e dintorni, Soter editrice, 2008

SIMONE SBARAGLIA


POPULAR GEOGRAPHIC
Hokkaido e dintorni


8 MARZO – 27 APRILE 2008




Sabato 8 marzo inaugura presso le sale di SU PALATU la mostra fotografica di Simone Sbaraglia.
L'evocativo titolo "Popular geographic" restituisce la misura del paziente lavoro di indagine, scoperta, silenziosa attesa che il giovane fotografo romano opera in giro per il mondo, immerso nel silenzio dei parchi naturali dei cinque continenti: un raffinato pellegrinaggio estetico finalizzato non solo ad un puro godimento visivo ma guidato dalla volontà di restituire una dimensione spazio-temporale dimenticata, sostituita dalla bidimensionalità degli schermi televisivi.
Come scrive Salvatore Ligios nell'introduzione al catalogo, infatti, «guardando le fotografie di Simone Sbaraglia ho avuto come una scarica di memoria dal passato. Una specie di ripescaggio di sensazioni dimenticate. Quelle foto mi hanno richiamato alla mente gli elementi primogeniti della fotografia. All'epoca in cui il fascino discreto della riproduzione “fedele” della realtà era ancora avvolta dalla magia...».
Le fotografie di Sbaraglia, ostentatamente belle e accattivanti, sollecitano chi guarda a raccogliere la sfida di riappropriarsi del tempo, del proprio tempo, e, giocando sullo scarto della realtà proposta, lo spingono a prendere coscienza del mondo ancora visibile e vivibile. E sembrano dire: «Ma per quanto ancora?».
Nelle sale di Su Palatu sono visibili sessanta stampe fotografiche a colori scattate nei parchi del Giappone, degli Stati Uniti, del Borneo, di alcune nazioni dell'Africa.

SIMONE SBARAGLIA (Roma, 1972).
Si occupa di fotografia da oltre 15 anni, attività che affianca alla carriera parallela di ricercatore. Laureatosi in Matematica presso l’Università “La Sapienza” di Roma, lavora presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche dal 1998 al 2001. Dopo aver ricevuto un dottorato in Matematica dall’Università “La Sapienza”, si trasferisce negli Stati Uniti d’America, per prendere servizio presso il prestigioso centro di ricerca I.B.M. T.J. Watson di New York, con la qualifica di Research Staff Member in Matematica ed Informatica. Si dedica con crescente impegno alla fotografia naturalistica. Sfruttando la propria attività scientifica, che lo porta spesso in giro per il mondo ospite di convegni ed incontri accademici, costruisce ed amplia il proprio portfolio. Viaggia intensamente negli Stati Uniti, realizzando reportage sui parchi e riserve naturali dell’Arizona, Utah, Florida, Maine, New Mexico e California. Nel 2005 rientra in Italia e prende servizio presso l’Università di Cagliari con la qualifica di Professore Associato con cattedra di Matematica ed Informatica.